Vicenza dice no alla base Usa,
"Dal Molin dev'essere della città"
La consultazione autogestita a Vicenza è per il sì all'acquisizione dell'area dell'aeroporto Dal Molin a uso della città anziché a base Usa. L'esito del voto - a spoglio in corso - secondo gli organizzatori appare scontato. La consultazione, del tutto priva di ufficialità, si è tenuta per protesta dopo che un referendum, indetto dalla giunta guidata dal sindaco Achille Variati, è stato bocciato dal Consiglio di Stato.
Al voto - secondo l'ultimo rilevamento del pomeriggio - si erano recati, degli 84.349 aventi diritto, in oltre 17.000. Le operazioni si sono tenute in 32 gazebo nei pressi di quelli che avrebbero dovuto essere i seggi ufficiali. I cittadini hanno trovato urne e schede del tutto uguali a quelle fatte stampare, inutilmente, dal comune. A controllare le operazioni di voto circa 500 volontari tra scrutatori e presidenti di seggio.
Alle 12 ai gazebo si erano presentati in 8.812 pari al 10,45%, saliti a 17.411 (20,64%) alle 17 con grande soddisfazione degli organizzatori. Tra i primi ad essere contenti Cinzia Bottene, consigliere comunale e leader dei "No Dal Molin", che ha detto che il voto è stata "un'ottima risposta di partecipazione e democrazia a chi voleva imporre con l'autoritarismo scelte che riguardano il futuro della comunità locale vicentina".
Per Variati, che si è presentato al gazebo di prima mattina, così come un'anziano da poco divenuto centenario, il voto è stato "uno straordinario esempio di democrazia". L'afflusso al voto, per il sindaco, ha dimostrato la volontà di esprimersi dei vicentini sui destini della propria città. E' un messaggio, per Variati, che è andato oltre Vicenza e si è rivolto "all'intero Paese" facendo capire "quanto sia sbagliato non permettere alla gente di esprimersi su ciò che li riguarda".
"Il quesito - ha sottolineato Variati - mette al centro non problemi di natura militare o legati a patti internazionali ma il destino di un'area verde che riguarda una città". "Uno spazio di pregio ambientale - conclude - a ridosso di Vicenza che è il più grande del genere in Italia".
Il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, ha criticato invece l'iniziativa e ha parlato di "scorrettezze politiche sostenute dal sindaco Variati e dal 'No dal Molin'" sottolineando che "dalla trappola dell'imbroglio referendario si è tenuta lontana la stragrande maggioranza della cittadinanza vicentina".
Pressoché in silenzio i favorevoli alla base Usa. A intervenire è stato solo Silvano Giometto, del Comitato "Si al Dal Molin" che, bocciato il "referendino fatto in casa", ha chiesto ai cittadini di attivarsi per sfiduciare il sindaco anche alla luce dei "costi inutili" e degli "sprechi della consultazione" bocciata dal Consiglio di Stato.
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