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Chi dorme non piglia pesci: se non ti occupi della politica, la politica, o prima o poi si occuperà di te...

giovedì 29 luglio 2010

Il sindaco di Chiampo garantista di un reo-confesso?

All'ultimo Consiglio Comunale la nostra parte politica è rimasta insoddisfatta della risposta data dal sindaco Antonio Boschetto all'interrogazione di seguito riportata... e la vostra?


Interrogazione.


Signor Sindaco,
a seguito delle recenti inchieste della Magistratura che hanno portato alla luce gravi illeciti fiscali da parte di imprenditori della nostra vallata, volendo tutelare la parte sana della imprenditoria locale, che in una situazione di estrema incertezza per il grave ristagno economico nazionale ed internazionale necessita di un segnale di fiducia da parte delle istituzioni e di un recupero d’immagine sia fra gli operatori economici che a livello istituzionale,

CHIEDO

quali iniziative il nostro Comune, in quanto componente della Società Acque del Chiampo, intenda prendere circa l’imbarazzante posizione dell’attuale Presidente della sopra citata Società, raggiunto pochi giorni fa da un avviso di garanzia per gravi illeciti legati alla sua attività imprenditoriale.
Ritengo doveroso da parte Sua, Signor Sindaco un intervento su vicende che intrecciano soldi ed evasione fiscale, soprattutto se investono figure Istituzionali. Senza usare due pesi e due misure come stanno facendo alcuni Suoi colleghi che ritengono dannosi per l’immagine della Città alcuni soggetti “privati” e, viceversa, non responsabili di tale danno altri che tuttavia si trovano ad amministrare una Società Pubblica sovracomunale di primaria importanza per il territorio.

Sandra Benetti
Consigliere Comunale PD

Circolo di Chiampo

martedì 27 luglio 2010

Aspettando Verdini...

Si dimetterà oppure no?
Chissà... a dire il vero mancherebbe ancora il ministro per le Attività Produttive...

giovedì 22 luglio 2010

Le gallerie del pasubio... quante sono?

La geografia

Se eseguite una ricerca sul web troverete che sono 52 mentre se ci andate...
Noi ne abbiamo trovate 40...

Tempi duri anche per le nostre montagne!

Rifugio "Papa"

Il sito da cui sono state tratte le foto: http://www.magicoveneto.it/Pasubio/

lunedì 19 luglio 2010

La vivibilità delle città non è in saldo.

In un articolo comparso su "Veneto Notizie" edizione di Vicenza, si sostiene che la Confcommercio è scesa in campo contro i centri commerciali: contro la realizzazione di altre cattedrali nel "deserto vicentino". Forse gli oltre 80.000 metri quadri ipotizzati per rendere commerciale l' area ex-Cis di Montebello Vicentino sono troppi... no?

sabato 17 luglio 2010

martedì 13 luglio 2010

Università di Padova contro i tagli!

Sono tre docenti del dipartimento di Chimica, la locomotiva del dissenso. Per primi stazionaranno sul Listòn un giorno e una notte senza toccar cibo. La clamorosa protesta per informare "sulla condizione attuale degli atenei italiani e sui pericoli che ne minano la sopravvivenza" e per dire di no al blocco del turn-over e degli stipendi ai giovani ricercatori
di Fabiana Pesci

PADOVA. Pance vuote e digiuno forzato contro i tagli all'Università. Docenti di ogni ordine e grado a partire da oggi deporranno forchette e coltelli e sigilleranno le dispense per dire un no al blocco del turnover e degli stipendi ai giovani ricercatori.

E per informare la cittadinanza «Sulla condizione attuale degli atenei italiani e sui pericoli che ne minano la sopravvivenza» hanno scelto una forma di protesta poco chiassosa, ma che difficilmente passerà inosservata: sciopero della fame sul listòn. I pionieri della provocazione, che effettueranno la prima 24 ore di astensione dal cibo, si piazzeranno tra palazzo Moroni e il Bo.

Sono tre docenti del dipartimento di Chimica, la locomotiva del dissenso: la ricercatrice Chiara Maccato e i professori ordinari Maurizio Casarin e Giorgio Moro. «Cari colleghi», scrivono nel messaggio che annuncia la protesta «come auspicato nelle mozioni recentemente approvate dalla facoltà di Scienze e dal Senato accademico, riteniamo sia indispensabile informare l'opinione pubblica agendo in maniera incisiva. A tal fine ci facciamo promotori di un'iniziativa di sciopero della fame da parte di ricercatori e professori della nostra Università».

La lettera - sottoscritta anche dai docenti Lorenzo Franco e Alberto Gasparotto - dopo la critica al «Ministero che latita rispetto all'obbligo di definizione di procedure concorsuali», annuncia la protesta: «L'iniziativa consiste nella presenza pubblica per 24 ore nella piazzetta tra Comune e palazzo del Bo» previa sistemazione di una tenda, tavolino con sedie, strutture per esposizione di manifesti». I promotori chiedono ai docenti di impegnarsi a gruppi di tre per 24 ore filate. Di aderire allo sciopero ad oltranza che, ribadiscono, «Si svolgerà su base puramente volontaria».

Fischio d'inizio della protesta questa mattina alle 10: Maccato, Casarin e Moro saranno i primi tre a stazionare sul listòn un giorno ed una notte senza toccar cibo, consentita solo l'acqua per evitare collassi, data la calura. Rimarranno a disposizione dei cittadini, tenteranno di spiegare alla gente che cosa significa «ddl Gelmini» e «tagli al fondo di finanziamento ordinario dell'Università». Concetti che secondo i docenti devono travalicare le mura delle Università per riversarsi sulle strade.

Vogliono che tutti capiscano che se non c'è ricerca non c'è futuro. Tradurre uno slogan in realtà. La protesta che parte oggi da Padova investe sotto altre forme tutte le Università italiane. Ieri a Roma sono stati effettuati esami all'aperto, mentre stasera sarà la volta delle interrogazioni in notturna, «Perché la riforma Gelmini», dicono «mette su una strada professori e ricercatori e fa calare le tenebre sugli atenei». I professori protestano contro tagli, mancate assunzioni dei giovani, blocco dei compensi e per il ridimensionamento della figura del ricercatore.
(13 luglio 2010)

lunedì 12 luglio 2010

Mondiali SudAfrica 2010

Complimenti alle Furie Rosse!


Di seguito il curriculum di Cesare Prandelli (fonte wikipedia)

Fiorentina

Prandelli in Parma-Fiorentina del 2008

Nella stagione 2005-2006 è scelto dal patron Diego Della Valle come nuovo allenatore della Fiorentina, in cui ha preso il posto di Dino Zoff. Nella prima stagione in viola centra il 4° posto in classifica che vale l'accesso ai preliminari di Champions League, ma, in seguito dello scandalo calciopoli, la sentenza della CAF toglie 30 punti alla squadra escludendola dalle coppe europee e costringendo la Fiorentina a iniziare la stagione calcistica 2006-2007 con 19 punti di penalizzazione in classifica, che in seguito l'Arbitrato del CONI ridurrà di 4 punti, portando quindi i viola a -15.

L'11 dicembre 2006, a seguito dell'ottima prima stagione con i viola, Prandelli ha ricevuto il premio "Panchina d'oro" 2005-06 presso il Centro Tecnico Sportivo Federale di Coverciano. Il premio gli verrà riassegnato il 4 febbraio 2008 per la stagione 2006-2007[4].

Il 13 maggio 2007 il presidente dell'A.C.F. Fiorentina, Andrea Della Valle, annuncia che Cesare Prandelli ha rinnovato il contratto per altri 4 anni, continuando il progetto Fiorentina[5].

Nella stagione 2007-2008 la Fiorentina si classifica al 4° posto, che le consente di accedere al terzo turno preliminare della Champions League 2008-2009. Turno che supera accedendo alla fase a gironi della competizione.

Nella stagione 2008-2009 la squadra viene eliminata nella fase a gironi della Champions League. Tuttavia si classifica ancora al 4° posto della Serie A, riqualificandosi alla massima competizione calcistica europea.

Nella stagione 2009-2010 la Fiorentina si qualifica agli ottavi di finale della Champions League, dopo aver superato la fase a gironi come prima classificata, battendo per ben due volte il Liverpool F.C. (2-0 e 1-2)[6]. Il sorteggio mette di fronte alla squadra toscana i tedeschi del Bayern Monaco. Nei due incontri la squadra esprime un ottimo gioco, ma nel finale del macht di andata a Monaco, Klose segna il gol del 2-1. Nel ritorno al Franchi la squadra italiana si impone per 3-2 sui futuri campioni di Germania, ma non basta per passare il turno. Tuttavia, il gol di Miroslav Klose all'89esimo minuto era in fuorigioco netto, non segnalato dall'arbitro; la non assegnazione del gol avrebbe sicuramente cambiato le carte in tavola, dato che, in virtù della norma della trasferta, il punteggio di 1-1 avrebbe premiato i Viola, che avrebbe affrontato la partita di Firenze in vantaggio. La squadra arriva anche in semifinale di Coppa Italia.

Con la vittoria contro la Sampdoria del 23 settembre 2009, Prandelli raggiunge Fulvio Bernardini in testa alla classifica degli allenatori più vincenti della storia viola, a quota 99 successi. Dopo tre giorni, nel turno che vede la Fiorentina di scena a Livorno (0-1), Prandelli ottiene la sua centesima vittoria in 197 partite (record assoluto) alla guida della squadra gigliata.

Il 3 giugno 2010 risolve consensualmente il contratto con la Fiorentina.[7]

Nazionale italiana

Il 30 maggio 2010 la FIGC annuncia l'accordo tra il presidente Giancarlo Abete e Prandelli: l'ex tecnico della Fiorentina sarà il nuovo CT per 4 anni in sostituzione di Marcello Lippi dopo la conclusione del Mondiale 2010, nel quale la Nazionale è stata eliminata al 1° turno.[8]

Prandelli viene presentato il 1° luglio in conferenza stampa allo stadio Olimpico di Roma. Il debutto ufficiale sulla panchina della Nazionale italiana avverrà a Londra il 10 agosto, in un incontro amichevole contro la Costa d'Avorio.[9]

lunedì 5 luglio 2010

Berlusconi tra la maggioranza e le congiure In settimana vuol dare lo scacco matto a Fini

Il probabile futuro ministro dimissionario Aldo Brancher

Articolo e foto tratte dal sito: "www.ilgiornale.it"

Roma - Come in una partita a poker quando si dice «vedo». Berlusconi vuol chiudere il match con Fini una volta per tutte. Si vada alla conta e non se ne parli più. Questa settimana potrebbe essere quella decisiva. Determinante sarà la riunione dell’ufficio di presidenza di mercoledì quando il Pdl deciderà la linea da tenere sui principali temi in agenda.

Per tutta la giornata s’è pensato che il caso Brancher, il ministro che appena nominato ha alzato lo scudo del legittimo impedimento, salvo poi abbassarlo un minuto dopo perché travolto dalle critiche, potesse essere l’occasione propizia. La toppa al buco non ha impedito alle opposizioni, infatti, di piazzarlo nel mirino con una mozione di sfiducia individuale da votare giovedì mattina alla Camera. In quella occasione si sarebbe potuto verificare la fedeltà dei finiani, lesti a chiedere la testa di Brancher. Ma il ministro, a colloquio ad Arcore per oltre un’ora in serata, avrebbe offerto la sua poltrona al Cavaliere: «Per rasserenare il clima sono disposto al passo indietro», avrebbe detto chiaro e tondo. E le sue dimissioni potrebbero arrivare già oggi.

L’addio di Brancher renderebbe vana la votazione sulla sfiducia presentata da Pd e Idv e il relativo braccio di ferro con le truppe di Fini. Proprio il pasticcio sul ministro di collegamento tra Lega e Pdl poteva essere il momento del «buttiamo giù le carte». Il ministro Rotondi al Giornale ha ammesso: «Siamo a un bivio dell’azione di governo. Basta con la melina: o si condividono le scelte del partito o dal partito si esce».

Ma se anche l’affaire Brancher non sarà più l’occasione propizia per sciogliere definitivamente il nodo con la minoranza finiana, Berlusconi è più che determinato: con Gianfranco non si può più convivere. Il premier starebbe pensando a una verifica di governo per ricompattare la maggioranza e, se è il caso, anche a un rimpasto dell’esecutivo per togliere aria al nemico interno e metterlo con le spalle al muro: chi ci sta, bene. Chi non ci sta, può anche andarsene. In fondo è ancora vacante la poltrona dello Sviluppo economico, lasciata libera dal ministro Scajola.

Nuova squadra e nuovo corso al governo, presumibilmente senza finiani. Nei giorni scorsi si rincorrevano le voci di un Galan al posto di Scajola e del ministero dell'Agricoltura assegnato a un leghista. Cosa che al Carroccio non potrebbe che stare benissimo. Di fatto Berlusconi è consapevole che non può più tollerare i distinguo quotidiani del presidente della Camera e aspetta soltanto lo scontro finale. Che potrebbe arrivare sulle intercettazioni. Su questo fronte il sottosegretario Letta ha già avuto preciso mandato di tenere un canale aperto col Quirinale ma non è escluso che anche sul provvedimento della discordia si scelga il gioco duro. Il fine è lo stesso: dire ai finiani «prendere o lasciare». Non prima di aver rassicurato Napolitano, con il quale Berlusconi dovrebbe parlare mercoledì e con cui non ha intenzione di arrivare al muro contro muro. La prova di forza potrebbe essere la decisione di porre la fiducia sul provvedimento. Queste le rispettive mosse della partita a scacchi: i finiani votano la fiducia al governo ma bocciano il ddl al voto finale. «Ma a questo punto si metterebbero di fatto contro la maggioranza e si porrebbero fuori dal partito - ragiona un fedelissimo del premier -. E ci starebbe pure il deferimento ai probiviri del partito».

Terzo tema: la manovra che non può certo diventare il prossimo campo di battaglia con i finiani. Ecco perché è giunta l’ora di disinnescare la bomba interna. A che prezzo? Quanti sono i fedelissimi del presidente della Camera? «Venticinque alla Camera e tredici al Senato? Alla fine potrebbero anche essere di meno - giura un berlusconiano doc -. E poi ricordiamoci che il governo Prodi è rimasto in piedi due anni grazie alle stampelle della Levi Montalcini». Inoltre i canali aperti con l’Udc ci sono eccome. L’extrema ratio potrebbe essere invece quella di far saltare tutto e rimettere la palla in mano al capo dello Stato. Sarà lui a decidere se ridare la parola agli elettori o cercare di far nascere un governo che Berlusconi considererebbe «non voluto dagli italiani».

La squadra

La squadra