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sabato 17 marzo 2012

LEGGE ELETTORALE, BINDI: NO BOZZA VIOLANTE, SI CONVOCHI ASSEMBLEA PD

LEGGE ELETTORALE, BINDI: NO BOZZA VIOLANTE, SI CONVOCHI ASSEMBLEA PD
da TMNews


Rosy Bindi e i Democratici Davvero, la componente del Pd che fa capo alla vicepresidente della Camera, in una riunione oggi a Roma hanno bocciato l'ipotesi di riforma elettorale cosiddetta bozza Violante e chiesto che venga convocata l'Assemblea nazionale del partito per discuterne.

«Noi vogliamo cambiare la legge elettorale – ha spiegato Bindi in una conferenza stampa – ma non ci convince il progetto a cui si sta lavorando, ossia la bozza Violante, non solo perché l'assemblea del Pd ha approvato un progetto diverso, doppio turno maggioritario con una quota proporzionale, ma anche perché pur essendo necessario raggiungere un accordo con gli altri partiti ci sono degli elementi che per il Pd devono essere irrinunciabili: la scelta dei parlamentari, che i partiti si presentino con una proposta chiara agli elettori e che possano scegliere la coalizione di governo prima del voto. Il Pd deve porre queste questioni sul tavolo mentre la bozza Violante non risponde a nessuna di queste tre richieste». Perciò Bindi chiede «la convocazione dell'Assemblea nazionale, non per fare una conta, ma per permettere al partito di discutere e decidere su una posizione che è cambiata rispetto a quella votata all'unanimità».

I Democratici Davvero, in un documento illustrato dalla Bindi durante una pausa della riunione, spiegano di essere «consapevoli dei danni prodotto dal bipolarismo muscolare di questi anni», ma ritengono anche che «l'esperienza negativa del berlusconismo non deve farci rinunciare alla conquista ottenuta con le riforme elettorali degli anni '90 mentre si compie uno sforzo per cambiare l'attuale legge». La bozza Violante non piace perché, ha spiegato Bindi, «metà degli eletti viene scelto con liste bloccate, dunque il potere resta nelle mani delle segreterie, inoltre non rafforza i partiti perché rischia di produrre una forte frammentazione. Infatti se si tiene conto dell'attuale fase politica con una forte crisi interna al Pdl è possibile che da questa riforma esca rafforzato solo il Terzo polo e che la sinistra, oggi fuori dal Parlamento e dal governo, possa polarizzare i consensi di chi subirà le conseguenze sociali dalle scelte del governo Monti che noi stiamo responsabilmente sostenendo».

Insomma, la presidente dell'Assemblea del Pd teme che «col proporzionale il nostro partito venga ridimensionato» e che anche la sua «natura di partito plurale» venga stravolta con possibili fughe sia delle componenti centriste, allettate dalla forza del Terzo polo, sia di quelle più di sinistra. Inoltre Bindi contesta la teoria, alla base della bozza di riforma elettorale proporzionale, secondo la quale «il primo partito forma la coalizione di governo: non è questo il nostro modello, non è nella mozione congressuale che ha vinto e per la verità neanche in quelle che sono state sconfitte, Franceschini per esempio era per il doppio turno alla francese, il suo è un cambiamento che sorprende», perciò «abbiamo chiesto la convocazione dell'Assemblea nazionale» perché «è giusto che il partito discuta su una posizione che è cambiata rispetto a quella che ha caratterizzato la mozione Bersani per un partito plurale, per l'alternanza e per il bipolarismo».

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