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giovedì 17 novembre 2011

Attenti, non sta nascendo un governo di Grande coalizione!Bindi: «Attenti, non sta nascendo un governo di Grande coalizione

di Federico Geremicca - da La Stampa


Onorevole Bindi, il governo Monti ha giurato e molti elettori del suo partito già si chiedono perché sostenere questo esecutivo sarebbe una scelta migliore rispetto a elezioni che avrebbero visto - secondo i sondaggi - il Pd tornare al governo.
«Io credo che il partito democratico è cresciuto nei consensi degli italiani perché ha dimostrato nel tempo di essere una forza politica credibile e responsabile, alla quale si può affidare il governo del Paese. Ora investiamo questa credibilità nel sostegno al professor Monti: e sono certa che, quando si voterà, saremo premiati per la scelta fatta».

D'accordo: ma per il Pd non era meglio votare?
«Per il Pd certo. Ma per l'Italia? Era questa la scelta migliore per il Paese? Immagini due mesi di campagna elettorale dura, mentre i conti peggioravano ogni giorno di più...».

Cosa le dà la sicurezza che con questo governo invece miglioreranno?
«Questa sicurezza non ce l'ha nessuno: ma siamo certi che questa è la soluzione politica che offre al Paese le maggiori chanche di venir fuori dalle difficoltà. E' la svolta che permette un lavoro serio, un recupero di credibilità. Monti dice di aver fiducia e io come lui credo nelle possibilità dell'Italia».

Ammetterà, però, che questa inedita esperienza di governo nasconde molti rischi per il Pd...
«Rischi naturalmente ce ne sono, ma rischiamo tutti. Però prima di tutto viene l'interesse del Paese. Abbiamo chiesto un esecutivo tecnico per riaffermare l'autonomia del governo, il primato della politica in Parlamento e per marcare la netta discontinuità con l'esecutivo precedente...».

Motivo per il quale avete detto no alla presenza di Gianni Letta.
«Sarebbe stato difficile spiegare la presenza nell'esecutivo di un esponente di primo piano di un governo, quello uscente, che abbiamo criticato e critichiamo».

Il Pdl, invece, non aveva preclusioni.
«Per la ragione opposta alla nostra: noi chiedevamo discontinuità, loro segni di continuità. Per noi, inoltre, è importante evitare qualunque confusione tra il sostegno a questo governo e la strategia politica del Pd...».

Che vuol dire, scusi?
«Che non sta nascendo un governo di grande coalizione: respingo questa idea. Noi non siamo alleati né col Terzo polo né col Pdl: non ci sono né larghe intese né nuove coalizioni. Ed è per evitare appunto il rischio di confusione che è giusto che i partiti non vi partecipino con leader o vicepresidenti».

Ciò nonostante è presumibile che sarete oggetto di una opposizione «da sinistra»: Vendola già dice che nel governo vede segni di continuità col passato...
«Non credo che sia così. Non vedo la continuità. In ogni caso noi terremo aperto il cantiere della costruzione del Nuovo ulivo e continueremo il confronto con il Terzo polo. E mentre Monti fa il suo lavoro - che dovrà essere improntato a principi di rigore, crescita ed equità - proveremo a fare finalmente in Parlamento le riforme necessarie: a partire dalla legge elettorale e dalla riduzione del numero dei parlamentari».

Lei è davvero sicura che Monti potrà fare quel che è necessario? Le ricette economiche di Pd e Pdl sono molto distanti, no?
«Nessun dubbio su questo. Ma ci sono questioni sulle quali ci sono state impuntature ideologiche che forse oggi sarà possibile rimuovere. In ogni caso, ci vorrà generosità e buon senso da parte di tutti per trovare di volta in volta i punti di incontro e la sintesi migliore».

Si dice che Bersani abbia personalmente fatto un sacrificio dando il via libera a Monti perché, votando adesso, la sua candidatura a premier non sarebbe stata discussa. Crede sia così?
«Siamo stati molto assieme in queste ultime ore, e devo dire - per altro - di non aver mai visto il Pd così unito, pur in un passaggio tanto delicato...».

Sì, ma Bersani?
«È quello che più di tutti ha lavorato per questa soluzione. E io dico che vale per lui quello che vale per il Pd: sarà premiato per la scelta fatta. In più, guardi, questa faccenda delle leadership a tempo, che oggi sono forti e tra un anno no, non mi convince affatto. E' leader chi ha più filo per tessere: e Bersani in questi ultimi giorni ha dimostrato che di filo per tessere ne ha davvero tanto...».

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