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mercoledì 26 giugno 2013

Tesoro, perdite potenziali di 8 miliardi.

Quegli strumenti ebbero un ruolo nel consentire il nostro ingresso nell'euro. La Corte dei Conti ha inviato la Finanza dopo il report del ministero. Ma non ha finora ottenuto i contratti di stipula

di ANDREA GRECO
 
ROMA - Nei conti pubblici italiani c'è una perdita potenziale da almeno otto miliardi di euro. E' relativa a derivati accesi negli anni Novanta, anche per consentire al nostro Paese di entrare da subito nell'euro, e rinegoziati nel 2012. I dati sono frutto di analisi e rielaborazioni di esperti del settore sulla base del documento che il ministero fornisce con cadenza semestrale alla Corte dei Conti. Repubblica ha potuto consultare quel documento di 29 pagine, di cui oggi dà notizia anche il Financial Times.

Secondo una fonte governativa, la magistratura contabile ha letto con preoccupazione i numeri - ufficiali ma non pubblici - ricevuti a inizio 2013 e in aprile ha inviato la Guardia di Finanza al dicastero in cerca dei contratti di stipula di quei derivati. Ma finora non li ha ottenuti.

Alla richiesta di maggiori dettagli avanzata da Repubblica, il Tesoro non ha rilasciato alcun commento. No comment anche dalla Corte dei Conti e dalla Banca centrale europea presieduta da Mario Draghi, che fu direttore generale del ministero tra il 1991 e il 2001, quando molti di quei contratti furono stipulati.

La ristrutturazione dei derivati nel 2012 è collegata all'esigenza delle banche (una ventina delle solite: le tre grandi italiane, le principali europee e le maggiori d'affari anglosassoni) di ridurre il rischio Italia. In sostanza la crisi ha portato gli istituti specialisti in titoli di stato a presentare il conto dei vecchi derivati. Ed è qui che emerge una perdita potenziale di 8,1 miliardi.

C'è poi l'anomalia degli swap rinegoziati a un prezzo "off market", cioè con una forte perdita iniziale per l'erario. Anomalia probabilmente dovuta al fatto che i contratti originari erano in realtà prestiti mascherati che il Tesoro è oggi costretto a rimborsare a caro prezzo.

(26 giugno 2013)

Commento da parte della redazione:

IVA, IMU, riforma Fornero, tagli al personale pubblico, tikets sanitari...

... E negli anni '90 comprano derivati che ci fanno perdere ottomiliardi. Quale futuro per i cittadini italiani?

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