http://www.corriere.it/politica/speciali/2013/elezioni-presidente-repubblica/notizie/22-aprile-insediamento-bis-napolitano-quirinale_4886c146-ab49-11e2-8dd6-b5ff5800dec2.shtml
Abbiamo trovato in rete questo interessante botta e risposta.
La Redazione PDChiampo
Se in assemblea 90 votano contro la
proposta Marini, e dicono che non la voteranno non sarebbe stato più
utile fare due conti e aspettare prima di fare quella figuraccia?
Vero. Infatti il centrosinistra sulla
carta poteva contare su 496 voti, di cui 430 grandi elettori PD. La
proposta di Bersani di candidare Marini al Quirinale è stata
“approvata” per alzata di mano: 222 i voti favorevoli, 90 quelli
contrari e 21 astenuti. Quindi con un’esigua maggioranza (7 voti) e
solo dentro il PD, che consigliava di non rischiare, in generale e
per rispetto di Marini. È ciò che ha sostenuto Rosy Bindi.
Vista la "musata" del
giorno prima e certi che in ogni caso Prodi non avrebbe avuto i
numeri non era meglio attendere e cercare l'appoggio almeno di Monti?
Esattamente. Infatti il suggerimento
dell’on. Bindi, proprio con le sue motivazioni, è stato quello di
votare scheda bianca anche sabato.
Viste le due enormi figuracce non
era possibile con uno scatto d'orgoglio trovare un candidato che
tenesse tutti insieme invece di eleggere un bravissimo signore di 88
anni ?
Può darsi, ma l’epilogo della
vicenda, come del resto tutta la “strategia”, era cosa
sconosciuta a molti: Rosy Bindi, per esempio, ha appreso della
riproposizione di Napolitano in transatlantico nella mattinata di
sabato. Quindi non proprio tutti i dirigenti del PD avevano cessato
di ragionare. Ed è giusto che le responsabilità siano chiare. Anche
da qui la decisione di Rosy Bindi di rendere pubbliche le proprie
dimissioni, oltre perché non direttamente coinvolta nelle scelte
degli ultimi mesi, né consultata sulla gestione della fase post
elettorale. Magari qualcuno avesse ascoltato! Forse “non c’è più
sordo di chi non vuol sentire”.