Di seguito riportiamo un'intervista rilasciata oggi dal dimissionario presidente del Partito Democatico
«Non si può assecondare eversione istituzionale del Pdl»
di Giovanna Casadio - da La Repubblica«Il Pd è sempre stato una sentinella contro la deriva berlusconiana, non possiamo venire meno al nostro compito di presidio democratico». Rosy Bindi ha detto "no" alla sospensione dei lavori parlamentari, lasciando l'aula di Montecitorio.
Bindi, perché non ha partecipato al voto?
«Il
Pd non dovrebbe mai assecondare gli atteggiamenti di eversione
istituzionale del Pdl. Il centrodestra ha attaccato la Cassazione, ha
minacciato di bloccare i lavori parlamentari per alcuni giorni. È vero
che lo stop delle commissioni e dell'aula è stato di un pomeriggio, ma
il significato politico non cambia. Inoltre con il nostro comportamento
in aula, abbiamo assecondato i "falchi" del Pdl: non dovevamo offrire
sponda agli irresponsabili».
Il Pd ha fatto un errore?«Il
Pd deve sciogliere un nodo che ci portiamo dietro da quando abbiamo
dato vita a questo governo. Una cosa è la lealtà a Letta, altra è
annacquare il nostro profilo alternativo alla destra e soprattutto la
nostra contrarietà assoluta ai comportamenti berlusconiani, che sono
improntati al conflitto tra i poteri dello Stato e alla pretesa di
bloccare il corso della giustizia».La sentenza Mediaset a fine mese accelererà una crisi di governo?
«Chi
si proclama innocente dovrebbe auspicare una decisione veloce e non
invocare il diritto alla prescrizione. Ci si lamenta sempre della
lentezza della magistratura nei processi. Nella passata legislatura
presentai un disegno di legge perché i processi per i politici abbiano
tempi velocissimi, non per privilegiare i politici ma per assicurare ai
cittadini che chi li rappresenta o li governa sia affidabile. Auguro a
Berlusconi di essere assolto: perciò se arriva presto la sentenza, è
meglio per tutti. Di certo, questa è una fase molto difficile e pericolo
sa per il Pd: non può mancare il sostegno leale al governo ma non è
possibile neppure condizionare le prospettive del partito, peraltro in
una fase congressuale, rinchiudendolo nello stato di necessità
rappresentato dall'alleanza di governo con Berlusconi. Non possiamo
compromettere il nostro profilo politico».I Democratici non reggono una maggioranza con Berlusconi?
«Noi
abbiamo un atteggiamento molto responsabile. Ma era necessaria una
decisione collegiale del gruppo parlamentare. Alcuni democratici si sono
astenuti, altri non hanno votato. Ma anche quelli che sono stati
disciplinati erano in grande sofferenza. Una cosa così impegnativa,
meritava una discussione adeguata».È indispensabile per il Pd cambiare maggioranza?
«Il
governo deve fare cose importanti per il paese. Ma non possiamo
accettare che questa fase diventi una camicia di forza, perché così
rischiamo di morire. Non sarà il Pd a mandare in crisi Letta. Però se il
Pdl puntasse a una crisi di governo, in Parlamento si possono sempre
cercare altre soluzioni. Comunque non si va a votare con questa legge
elettorale: il Pdl se lo metta bene in testa».Il suo è un "j'accuse" al partito?
«No.
Non votare è stata una sofferenza. Sono uscita dall'aula perché la
tentazione più grande era di intervenire dissociandomi. Ho evitato. Ci
vuole responsabilità in questo momento, è vero. Ma di subire il ricatto
del Pdl non me la sono sentita. Nonostante il mio no alle larghe intese,
al governo ho assicurato il voto di fiducia e la lealtà che non è mai
venuta meno. Però ho detto che avrei presidiato il profilo alternativo
del Pd e rifiuto l'equivoco della pacificazione».
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Dice così però il Pd ha accettato la sospensione dei lavori parlamentari per il pomeriggio di ieri.
«I nostri gruppi hanno respinto la richiesta di sospensione per tre giorni. Di fronte alla domanda di un aggiornamento dei lavori per permettere la riunione dei gruppi del Pdl, abbiamo accettato, come del resto si è fatto tante volte in passato, anche per noi».
La decisione però è stata criticata anche da diversi vostri deputati: come risponde a chi dice che si è sbagliato a dimostrare tale accondiscendenza?
«Non c`è stata alcuna accondiscendenza nei confronti dell`idea di sospensione. Il Parlamento ha lavorato fino alle quattro del pomeriggio e riprende i lavori domattina. C`è stata una discussione all`interno della nostra presidenza e tutti erano d`accordo nella chiusura anticipata alle quattro. Una scelta che ora ci mette nella condizione di poter dire al Pdl adesso basta».
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